Ecco il primo vino naturale in lattina: è “La Spettinata bianca” di Masseria La Cattiva

L’ultima sfida del birraio-vignaiolo Leonardo Di Vincenzo in Puglia, con i 6 amici e soci

Ci voleva un birraio per il primo vino naturale in lattina d’Italia. Leonardo Di Vincenzo, fondatore di Birra del Borgo e tra i titolari della cantina Masseria La Cattiva di Sammichele di Bari, ha iniziato a commercializzare da qualche ora “La Spettinata bianca“, versione in lattina da 33 cl dell’omonimo rifermentato di Trebbiano in purezza.

Ebbene sì l’abbiamo fatto! La lattina ci ha sempre intrigato. Sarà perché ne amiamo la semplicità, o sarà perché è divertente e disinvolta come la Spettinata Bianca. Freschezza, mineralità e bollicine, fermentazione spontanea, zero solfiti aggiunti”.

Che i sette fondatori di Masseria La Cattiva fossero dei “bad boys” lo si è capito subito, dagli esordi. Ovvero da quel nome, scelto nel 2011, per marchiare il progetto enologico in Puglia: 3 ettari di vigneti, non lontani da Gioia del Colle.

In pochi avrebbero scommesso che Leonardo Di Vincenzo, Paolo Bertani, Alfredo Colangelo, Manfredi La Barbera, Loreto Lamolinara, Michael Opalenski e Marianna Pastore Bovio – tutti ex birrai – sarebbero arrivati a sfidare sino a tal punto l’ingessato mondo del vino italiano.

“Tecnica, consapevolezza e soprattutto coraggio nello sfidare qualche regola e sperimentare processi nuovi”, sintetizza il team di Masseria La Cattiva. Il primo vino naturale in lattina d’Italia, del resto, non poteva che nascere da menti libere da preconcetti e schemi precompilati.

I vigneti da cui prende vita “Spettinata in Lattina” si trovano a Sammichele di Bari, nei pressi della cantina. L’impianto risale al 2001 e, da allora, le piante non hanno visto che rame e zolfo. “In vigna lavoriamo tutto a mano, dalla gestione delle viti alla vendemmia”, precisano i neo vignaioli pugliesi.

È l’ex stalla della Masseria, edificio con 300 anni di storia riportato in vita dai sette giovani, a ospitale l’uva e la sala per la fermentazione e la vinificazione. Qualcosa di nuovo per gli ex birrai, ma non del tutto.

“Da quell’esperienza – precisano i fondatori de La Cattiva – ci portiamo dietro un tesoro enorme fatto di tecnica e consapevolezza. Molti dei nostri vini saranno quindi un po’ fuori dagli schemi, sfuggiranno a facili categorizzazioni”

“Alcuni saranno forse difficili da comprendere – avvertono – ma in fin dei conti saranno unici e, cosa ancor più importante, saranno i nostri vini, espressioni autentiche della vigna e del nostro carattere”. Da ieri anche qualcosa di più, destinata a entrare nella storia. “Spettinata” e in lattina.

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